Qualche giorno dopo ero tornata alla vita di sempre, anche se solo in apparenza.
La routine era sempre la stessa: sveglia alle 7:45, alle 9:00 in ufficio, pausa pranzo dalle 13:30 alle 14.30, serata a disposizione per…qualsiasi cosa.
A pensarci bene, non mi ero mai sentita così libera. Prima c’era Gabriele, in presenza del quale non riuscivo mai a ritagliare del tempo per me stessa, poi ci sono stati i mesi di confusione, con i loro alti e bassi, le riflessioni continue, i cambiamenti di umore e l’ansia che mi faceva compagnia durante il giorno e la notte, poi c’era Stefano e la coda del ciclone che si è portato con sé. Mi sono ritrovata e poi persa nuovamente, questa volta in un buco nero ancora più profondo, che non si può nemmeno chiamare tunnel perché la luce non si intravedeva nemmeno. Più passavano i giorni e più diventava buio, freddo e inquietante.
Sono rinata un po’ alla volta, passo dopo passo, prendendomi ogni giorno del tempo per me stessa. Per cercare di accettare ciò che mi era accaduto e cosa mi occorreva per stare meglio. Sono sopravvissuta per qualche mese in questa situazione, uscendo poco di casa, rifiutandomi di uscire con altri uomini, perché ero talmente delusa che temevo che il peggio non si fosse esaurito del tutto, ma che ce ne fosse ancora traccia da qualche parte. In effetti, non mi sbagliavo.
Avevo accettato di uscire solo con un ragazzo in quel periodo e per un motivo semplice: lo conoscevo da quasi dieci anni. Luca, qualche anno più di me, anche lui di Firenze ma trapiantato a Milano, bello, non potevo negarlo, educato, con un lavoro simile al mio. Ci eravamo incontrati per caso in prossimità di un semaforo, entrambi in sella ai nostri motorini. Mi ricordo che avevo suonato il clacson per richiamare la sua attenzione e lui mi aveva fatto cenno di accostare. Non ci vedevamo da almeno due anni e in poco più di cinque minuti ci eravamo aggiornati su tutto ciò che era accaduto in quel lasso di tempo. Anche lui era stato lasciato poco tempo prima. Io non ero stata lasciata, perché non mi ero nemmeno fidanzata, ero stata abbandonata, ecco, gliel’avevo detto così, senza troppi giri di parole e senza scendere nei dettagli. Ci eravamo salutati ripromettendoci di vederci per un aperitivo e così tre giorni dopo – non aveva perso tempo a chiedermi di uscire – eravamo su una terrazza con vista sui nuovi grattacieli di Porta Nuova e un mojito in mano.
Mi ero sempre sentita a mio agio con lui. Ma quella sera era successo qualcosa di strano.
Tu hai intenzione di vivere qui, o pensi di andare all’estero nei prossimi anni? No perché se ci dovessimo fidanzare, non è che poi prendi e vai via…
Certo che se facessimo dei figli, avrebbero sicuramente gli occhi chiari!
Sai tutti i miei amici si stanno sposando, molti hanno anche già figli, mi sta salendo un po’ l’ansia.
Ero talmente fragile che al primo impatto non ero riuscita a spiegarmi come dalla sua bocca potessero essere uscite quelle frasi. L’avevo capito nei giorni successivi. Era disperato.
Sono scappata a gambe levate, sia fisicamente quella sera, che virtualmente la mattina dopo, quando di fronte al suo “‘Giorno“, apparso sullo schermo del mio cellulare all’accensione, avevo provato un senso di nausea così forte che mi aveva costretta a stare a letto venti minuti più del solito con la testa nascosta sotto al cuscino.
In seguito a quell’episodio, non sono uscita con altri uomini.
Non l’ho fatto per più di un anno, durante il quale – lo devo ammettere – non ho avuto nemmeno grandi occasioni di incontri. Ed era esattamente ciò che mi serviva: un po’ di solitudine, nel senso positivo del termine.
Uscivo con le amiche, ogni tanto con i colleghi, tornavo spesso a Firenze e rimanevo ore ed ore in camera a sfogliare vecchi diari, album di fotografie e raccolte di disegni. Ogni tanto buttavo l’occhio sulle matite colorate che mi aveva regalato Stefano, che erano rimaste sempre chiuse, fino a quando ho deciso di portarle con me a Milano. Sono state loro a farmi compagnia durante le serate in cui decidevo di rimanere a casa. Realizzavo per lo più composizioni astratte. Giocavo con le forme geometriche, con i colori, sprecavo quantità infinite di fogli: ero sempre stata così, se non mi convinceva il primo tratto, dovevo ricominciare da capo, anche se avevo ancora un foglio intero a disposizione per rimediare. Non accettavo che il primo segno non fosse perfetto, perché da quello partiva tutto. Nell’arte, come nella vita. Non volevo più prendere decisioni sbagliate, anche se piccole e apparentemente insignificanti, perché sapevo che, un po’ alla volta, mi avrebbero portata dove non desideravo andare. Prima di andare a dormire, buttavo tutto nel cestino.
Pensavo che fosse solo un modo per sfogarmi, ma mi sbagliavo. Ogni volta, senza saperlo, mettevo sulla carta i pezzetti del mio cuore e cercavo di ricomporlo. Non ci riuscivo mai e per questo gli schizzi finivano sempre nella pattumiera. Guardavo quelle forme e non mi riconoscevo. Ma non si trattava di tentativi falliti: erano piccoli gesti che mi stavano portando sulla strada giusta.
Un pomeriggio, nel giardino della casa dei miei genitori, ho disegnato una figura femminile. L’ho rifatta più di venti volte. Mi sono allontanata dal foglio, ho cercato di cambiare angolazione, l’ho osservata per studiarla e per cercare di capire chi rappresentasse. Accanto ho appoggiato un quadrifoglio che mi aveva portato poco prima mia mamma.
È stato il primo disegno che ho conservato. L’ho fotografato e riguardato più volte durante il viaggio di ritorno verso Milano. Volevo chiedere a quella ragazzina chi fosse, perché da sola non riuscivo a capirlo, ma lei mi guardava in silenzio. Così ho deciso di chiamarla Isabella, come me, perché non conoscendola e non avendo idea di che carattere potesse avere, mi sembrava la cosa più sensata da fare. Pensavo che fosse un portafortuna, ma era molto di più. Fin dall’inizio ho capito che seguirla e prendersi cura di lei avrebbe cambiato la mia vita.
La sua storia – la mia storia, oggi posso dirlo – è nata così.
Un mese dopo ho incontrato Ryan.
Un po’ alla volta, il futuro mi ha fatto meno paura e il passato ha assunto infinite sfumature. Ci sono eventi che non ricordo, altri che fanno molto meno male, ci sono quelli che prima mi paralizzavano e ora mi danno un senso di sollievo, altri che mi tornano in mente e mi fanno sorridere.
C’è un momento a partire dal quale, quasi senza accorgermene, ho preso in mano la mia vita e tutto ha avuto un senso. Quel disegno e le scelte a cui mi ha messo di fronte negli anni successivi hanno dato il via al percorso tortuoso che mi ha portata dove sono ora: esattamente dove vorrei essere.
Le ultime righe: quel disegno, fino a ….esattamente dove vorrei essere.
Benedetta noi crediamo che di disegni importanti ne esistano molti in questa storia.
Sono tutti bellissimi. Forse tra le righe di questo post, fai riferimento anche ad un disegnino di Carlotta? Quello dove è rappresentato lui che incolla con l’oro la palla di neve?
“New York Appartamento di Cassandra Taylor
In Giappone esiste una tecnica chiamata kintsugi, che consiste nel riparare preziosi vasi di ceramica con l’oro. Le crepe restano visibili, ma proprio per questo il risultato è ancora più bello.
E’ un concetto che mi ha sempre affascinato. Troppo spesso nascondiamo le nostre cicatrici, come se persino la minima incrinatura rivelasse una debolezza. Identifichiamo le cicatrici con gli errori, e gli errori con la vergogna. E la perfezione diventa impossibile.
La filosofia del kintsugi sostiene l’esatto opposto: dalla tragedia può nascere la bellezza. Guardate le meravigliose crepe prodotte dall’esperienza (……………………………..)”*
* Puoi fidarti di me (Life) Di Leisa Rayven
Benedetta tu sei una star e dovresti organizzare dei tour galattici per far visitare il tuo mondo.
Lui invece è innamorato. ..Allora, c’è davvero la svolta? Io ho trovato che lui le ha scritto: “Diamoci qualche disponibilità di giorni ed orari per fissarci il primo appuntamento”
Filippo, ma dove l’hai trovato? Tralasciando il fatto che le mie mail di lavoro sono più confidenziali, figurati se quelle righe sono il vero primo appuntamento d’amore di quei due. Ma chi ci crede e quando si incontrerebbero? Dove? Davanti al Museo d’Orsay a Parigi alle ore 15? E dopo essersi guardati egli occhi, cosa credi che succeda? Lui la prende per mano e la porta via? Ma fammi il piacere, con tutti i casini che hanno combinato, soprattutto che lui ha combinato, come minimo quando lo incontra la tipa lo mette al tappeto, sbattendo i suoi occhini nocciolati a forma di cuore, rendo l’idea?
Quindi Filippo, sostituisci il tuo “Vi spiego quando ci vediamo” con un “Desidero mettere fine a questa messa virtuale. Non voglio più vivere nella tentazione di guardare a che ora s’è collegato l’ultima volta su WhatsApp e chiedermi se ha fatto le tre perché ha letto un tal libro”* Punto. Ho usato le parole della Lucarelli, autrice simpatica, ironica, divertente e lucidissima nelle analisi …non dico altro.
*(Che ci importa del mondo Di Selvaggia Lucarelli)
PS Filippo ha ragione solo sul fatto che tu Benedetta sei una star, meriteresti l’Oscar. Se fosse un film il tuo racconto: “Sono gli sguardi e i primi piani a rendere prezioso questo film, è infatti una pellicola che si basa sull’interpretazione attoriale più che su effetti speciali o su una trama avvincente e tutti gli attori hanno dato prova di grande maestria nel caratterizzare i propri personaggi riuscendo così ad emozionare il pubblico”
Filippo anche tu hai un dono, partecipare al blog con …le frasi fuori posto sparate nel momento sbagliato.
Che meraviglia Benedetta, il racconto si fa sempre più profondo, “La svolta”, la svolta è riconoscere …la forza e la volontà per non arrendersi e ricominciare daccapo. L’amore verso il prossimo, attraverso cui la protagonista recupera la propria identità, innesca un processo interiore che la porterà, finalmente, ad amare anche se stessa, le sue debolezze, le sue paure ma anche e soprattutto le sue qualità…….
Ciao Benedetta, come stai??
comunicazione di servizio non via WhatsApp perché questo commento lo devono leggere anche LeTueRagazze e le altre amiche del Blog. Ho appena sentito PAPERMAN che per una strana coincidenza aveva con se il cellulare, per di più acceso (falso come sempre ….ho acceso perché dovevo chiamare in studio meno male che ci siamo beccati), chiamalo oggi è di buon umore, io rido da 15 minuti, mi sto truccando per uscire ma non riesco a smettere di ridere. Ti/Vi giro subito la sua battuta, questa non va persa. Personaggi così sono una rarità, una ..“Limited ediscion”* scritto sbagliato perché come nella storia dell’iperspazio anche nella battuta di P. non c’è nulla di vero, soprattutto perché conosco bene la stima che nutre nei confronti dei suoi collaboratori:
“sono in ritardo come sempre, sto andando ad una riunione con i miei tre assistenti che mi aspettano sotto l’ufficio …puntualissimi, integerrimi nei loro gessati sartoriali e con le scarpe inglesi tirate a lucido, fremere come degli scolaretti secchioni che ambiscono a essere interrogati per primi… ”*
*Limited ediscion- guarda che coincidenza è anche un libro: https://books.google.it/books/about/Limited_ediscion.html?id=ySe-AgAAQBAJ&redir_esc=y
PS Se l’amore.. di Isa fosse divertente come le battute di P. e meno surreale di come lo immaginiamo noi lettrici, ..secondo me con la prossima pubblicazione fai il botto!
…scusatemi un attimo, non capisco che razza di silenzio è questo? Ma è strepitoso. Ho letto in anteprima via email il commento di Giulia, lei posiziona questo momento della storia tra inferno e paradiso e la parentesi con la descrizione di PAPERMAN è davvero divertente, perfetta, confermo la sua teoria, PAPERMAN è un alieno, sceso da un’astronave rettiliana.
Ciao Benedetta, ci sei, come stai???
Volevo solo dirti come commento-contributo al post La svolta: speriamo che la nostra Isabella trovi o ritrovi il suo amore, l’uomo su cui può contare ..adesso e per sempre.
PS Giulia e Matty hanno ragione, PAPERMAN è così, lo conosco bene anch’io,
e poi, per lavoro ovviamente In settimana ci vediamo un paio di volte, insieme a LeTueRagazze.
Ciao Benedetta, ma hai visto cosa ha scritto Lucy?
‘…così noi in settimana ci vediamo un paio di volte…’ dovrei dirlo io, ma a quanto pare PAPERMAN vede tutte le donne di questo e di altri pianeti, tranne la sottoscritta. No comment.
Sto preparando un disegnino: lui con una corda intorno al collo, lei persa tra i libri con i personaggi delle favole che, a modo loro, danno una mano a IsaBella per arrivare alLa svolta decisiva della storia.
…Sangue d’artista scorre nelle vene di Carlotta!
Anche se la nostra artista è da un po’che non si fai vedere in studio.
Sul post abbiamo riletto le prime righe, e se Filippo, per una volta, avesse ragione?
….Il tuo nome apparve sul mio telefono, come avevo sempre voluto. Colta da un miscuglio di agitazione, paura e incredulità, sapevo che eri tornato….
In fondo “se due persone sono destinate a stare insieme, prima o poi troveranno la strada del ritorno”*
*https://www.huffingtonpost.it/thought-catalog/se-due-persone-sono-destinate-a-stare-insieme-prima-o-poi-troveranno-la-strada-del-ritorno_b_15659252.html
Tranquille ragazze, Lei sa sempre come farsi perdonare: “Nuova mozzarella Santa Lucia creativa come Carlotta” http://www.engage.it/campagne/mozzarella-santa-lucia-nuovo-spot-delle-storie-del-furgoncino/41961#1d214pxZmBpwvv81.97 –
Confermo i disegnini di Carlotta sono meravigliosi, i suoi supereroi non sono banali, anche se in un primo momento sembrerebbero essere semplici e solo atti a intrattenere un pubblico, essi sono in realtà tutt’altro che banali, ma fondati su verità e aspetti complessi. E’SOLOFANTASIA
Scusa Benedetta, dimenticavo di scrivere la cosa più importante, il commento al post: è magico, hai stregato tanti lettori, sottoscritta compresa, anzi oserei dire, tutti i lettori della rete (e non solo quelli) , vuoi un consiglio? Fai lavorare insieme Isabella e Ryan su qualcosa di artistico, non so perché ma il mio intuito mi dice che …..la collaborazione forzata farà assumere al loro rapporto sfumature davvero inaspettate.
“un silenzio quieto, fragile, mai noioso. Un silenzio attento a un refolo di vento che soffia leggero, a uno sguardo di complicità divertita, a una foglia che cade, a un passero che si posa vicino a noi e becca una mollica di pane, alla luce del giorno che cala, alle ombre degli alberi che si allungano sul prato, alle nuvole che rotolano in cielo. Un silenzio infantile. Ma c’è una sostanziale differenza tra il mio silenzio e il suo. Quello di …. è un silenzio commosso e partecipe, il mio è attento ma incorruttibile. Il suo silenzio sarebbe identico anche se fosse sola, il mio è così perché sono con lei, da solo mi annoierebbe e diventerebbe la solita attesa vuota. Da solo dormirei.
Qualche volta mi chiedo come sia possibile, quale incantesimo abbia fatto …. su di me, perché mi faccia quest’effetto stare con lei. Io sono un vecchio antipatico e cattivo, cinico e disincantato, irriverente, scorbutico, anzi diciamolo pure: sono uno stronzo, io sono “Mister vaffan_ _ _o”! Eppure, in certi momenti, quando sono con lei divento una specie di imbecille romantico, uno che guarda davvero e con una sorta di pacifica curiosità un passero che becca una mollica di pane, senza che lo sfiori neppure per un secondo l’idea di immaginarselo arrostito in un succulento piatto di cacciagione insieme a quaglie e fagiani, come sarebbe mille volte più logico aspettarsi da me. (….) “ Da: Che cosa ti aspetti da me? Di Lorenzo Licalzi
Ciao Benedetta,
Finalmente la svolta, come dice Antonella su Instagram “Le sfumature fanno il quadro della vita….”
Aggiungiamo che le sfumature fanno anche la storia di Isabella, e una in particolare va sottolineata, quella sfumatura che invece di dare spazio all’erotismo dell’opera dà invece spazio alla tenerezza e al vero amore tra i due.
Ti dirò di più, dal primo post sono passati anni ma entrambi i tuoi eroi dell’iperspazio, nonostante tutto, secondo me hanno sempre saputo che quella sfumatura, era l’unica sfumatura che avrebbe cambiato le loro vite.
Come nel tuo disegno: guardano i fiori in attesa che arrivi il passerotto (di PAPERMAN).
Mentre il nuovo post quando arriva, fra due minuti? Ti ricordo che oggi è domenica.
Nel frattempo Ragazze, forse è il caso di riflettere su questa magnifica citazione: “Nessuno s’innamora per scelta, ma per caso. Nessuno resta innamorato per caso, ma con l’impegno. E nessuno rinuncia all’amore per caso, è una scelta” .https://www.huffingtonpost.it/seth-adam-smith/il-vero-amore-e-una-scelta_b_8459872.html
Ciao Benedetta,
perdona il silenzio ma ti stiamo preparando una sorpresa! Insieme alLeTueRagazze. E perdona la presunzione ma questa volta ci siamo impegnati davvero …l’abbiamo fatto in maniera egregia come sempre siamo in linea….
Come sempre siamo in linea non solo fra di noi ma anche con la tua meravigliosa storia. Vedrai che meraviglia anche se nel gruppo c’è sempre chi bara, chi non mantiene le promesse, chi esagera e chi “aggiunge dosi di fantastico e di avventuroso”.
Buonanotte
Grazie a tutti per i complimenti dei disegnini che a quanto pare non vede solo Benedetta, non ho parole per ringraziarvi, mi avete commossa davvero, è pura follia dell’autrice far girare i miei scarabocchi, grazie, grazie a tutti!!!!!
A proposito di creatività ora vi svelo un segreto che credo di avere intuito, intuito perché come sapete Benedetta è sempre muta come un pesce, non anticipa mai nulla. E’ un altro pezzettino del puzzle che aggiunge altro mistero alla storia dell’Iperuranio, così sotto l’ombrellone non vi annoierete: oltre ai due pasticcioni fin dall’inizio partecipano alla stesura della storia anche due vere artiste, a parte Benedetta ovviamente! Sono due persone straordinarie, due fatine apparentemente “scappate” in un mondo magico nascosto dietro le quinte della storia di IsaBella dove, insieme all’autrice, hanno contribuito all’evolversi di questo meraviglioso capolavoro …senza fine.
Ciao Benedetta grazie il tuo racconto è sempre più coinvolgente ma grazie anche alla fedele Carlotta, ora al posto delle parole crociate sotto l’ombrellone cercheremo i/il/la/le colpevoli del thriller.
Comunque per la cronaca, così resta agli atti, secondo la sottoscritta il racconto di Benedetta “…non è affatto una follia. E’ un’idea brillante escogitata da una mente geniale”
E poi non ha importanza quanti artisti ci sono in questa storia (a parte Benedetta ovviamente) e come sviluppano la loro arte, sono tutti bravissimi. Come i disegnini di Carlotta, in fondo sono piccole cose, si, in fondo sono piccole cose, ma sono importanti là dove le immagini come le parole raccontano …perché dietro ogni immagine c’è la forza di un viaggio che accompagna e completa i personaggi.
(Il percorso esistenziale è la cosa più toccante)
Ti abbraccio e a presto
Fede
Scusa Benedetta c’è un errore nel commento sopra di Fede ci siamo appena messaggiate, lo ha visto dopo averlo inviato, lo correggiamo subito noi, perché è vero che qui i commenti sono liberi, ma, diciamo così ‘esistono e sono un fenomeno complesso’ per questo meglio evitare errori.
Lei ha scritto: secondo la sottoscritta il racconto di Benedetta ecc, invece voleva dirti: secondo la sottoscritta inoltrare i disegnini di Carlotta a tutti non è affatto una follia. E’ un’idea brillante escogitata da una mente geniale.
Condividiamo il pensiero, infatti ci siamo intromesse solo per dirti che noi abbiamo visto in anteprima l’ultima opera di Carlotta, sta disegnando e colorando centinaia di copertine di libri.
Vedrai Benedetta sicuramente alla fine tra …Disegni foto, video, racconto viene fuori qualche cosa di buono…
Da tutte noi, un abbraccio!
Ciao Benedetta, ciao ragazze,
eccomi qua, ma solo per un saluto, questa notte non commento …devo leggere più attentamente, ripartire dall’ABC per non prendere “fischi per fiaschi”.
❤❤❤
Ciao cara, rispondo a Matty e poi vado a letto
…Guarda che lui non porta l’orologio!
E l’arzilla signora dell’iperspazio non ha ottant’anni. Buonanotte
Ciao carissima e scusa con le traduzioni sono rimasta indietro anch’io (Ho letto, però velocemente, il tutto) ma sono pronta per leggere un nuovo capitolo, per voltare pagina. Forza Benedetta, spero sia quest’estate la pubblicazione della nuova puntata.
Solo tre note:
1) Tu scrivi …Ma anche di fronte alla svolta che aspettavo da tanto tempo..
Quale svolta? Forse è questa? A un certo punto bisogna guardarsi in faccia*
“oggi spesso i sentimenti passano dal digitale. “I messaggi al telefonino arrivano fino al momento di svolta del film perché poi a un certo punto bisogna guardarsi in faccia. Questa è un po’ la problematica della nostra società”, dice il regista che ha un rapporto complicato con il cellulare “perché scoccia e riporta tutto a due faccine e quattro segni”.*
* Dal film “Terapia di coppia per amanti” https://www.cinematografo.it/news/ambra-in-terapia/
2) …Il viaggio di Matilde, è interessante, non importa se esagera ma lo fa apposta? E’ tra i buoni o i cattivi? Cerca di portarci fuori strada? Riprendo la sua citazione – Ahi Matty, Matty dove hai la testa?
3) Lucy invece ha ragione, lui non porta l’orologio e come il regista del film nominato sopra, ha un rapporto complicato con il cellulare, ma le poche volte che lo usa …(…….) Fa miracoli… come se suonasse il pianoforte, arrangiamenti straordinari e una stupenda interpretazione che ti coinvolge nell’anima. Eccezionale.
Con Internet ….se la cava bene!!
Ciao, sono tra i personaggi buoni
…. diventa buono e poi salva il protagonista proprio quando meno te lo aspetti e poi…qui …….
Mi fermo prima di spoilerare.
Matty, cosaaaa?
Fare il doppio gioco è scorretto, ora si scopre che ..lei è solo una pedina del suo piano (?)
…Allora immagino già come va a finire, lui è un imbecille e questa è una tragedia.
(Certo non possiamo far rimanere chi vuol andar via, ma c’è modo e modo di andarsene)
…La svolta…
è il libro che pian piano si completa con IsaBella sempre più forte, che scrive senza nascondere …le sue paure ma anche e soprattutto le sue qualità…
Ciao a tutti,
la topolina si innamora del gatto convinta che lo renderà vegetariano. Dice così l’antica favola che apre il libro di Concita De Gregorio (*Malamore. Esercizi di resistenza al dolore)
Per interpretare bene il racconto nel racconto di Benedetta, forse la domanda da porsi è proprio questa: “cosa induce le donne a sopportare angherie-prepotenze che sempre preludono a un epilogo tragico? Cosa ci fa credere di poter cambiare, accogliere, domare la minaccia?”*
Sono “..stelle cadenti che illuminano la scena del delitto” * ma non è questa la chiave di lettura.
Il passaggio che preferisco è questo, è scritto già nel sottotitolo: Esercizi di resistenza al dolore.
“Forse la chiave è qui: nella confidenza che le donne hanno col dolore, la palestra che serve a trasformarlo in forza”*
Come ci racconta IsaBella.
Ma quali ..stelle cadenti che illuminano la scena del delitto! Ma quale delitto? Ma non era una storia d’amore? Io non ho capito niente. Inviatemi piuttosto una email che illumini i due neuroni che mi ritrovo*. Lei dorme o si è svegliata? Lui c’è o non c’è? …e quando lei si sveglia è di nuovo lì che l’aspetta?
Benedetta tu sei irraggiungibile da mesi e anche voi ragazze ora navigate ad un livello troppo alto. Questo è un ultimatum, o mi passate le traduzioni o continuo a perdermi tra i libri e zero contributi dalla sottoscritta.
Me ne vado, vado a preparare le cozze per questa sera e non uso il Bimby. (L.Bianchini ‘supplì alla cozza tarantina preparato con il Bimby’ da La cena di Natale di «Io che amo solo te»)
*https://www.youtube.com/watch?v=cwjkeyUSCEE
Gio,
adesso ti faccio ridere io, ragazze voi siete pronte per uno scoop? Benedetta tu sei sua complice?
E’ tornata la nostra Bridget e ne ha combinata un’altra delle sue.
Lui settimana scorsa l’ha invitata a cena. Ha specificato bene l’ora, le sette e trenta, il luogo, il posto più esclusivo della città e dopo averle detto che passava a prenderla sotto casa ha chiuso l’invito con ….Allora aspetto indicazioni e poi ci vediamo.
Volete sapere cosa ha combinato Bridget? Si è accorta solo oggi dell’invito. Non ne fa una giusta e poi come sempre …capisce le cose qualche era geologica dopo che le sono capitate!
Ragazze, che si fa? Benedetta, tu che non ti tiri mai indietro a dare consigli, cosa proponi?
Se andiamo avanti così, lui non riesce a darle nemmeno il primo bacio e …se lui non riesce a dargli qualcosa, dobbiamo pensarci noi, mica possiamo mandare tutto all’aria? Non è così semplice, lo so, ma dobbiamo intervenire, anche a costo di sistemarla con il rettiliano. Un nuovo invito a entrambi? Inventiamoci qualcosa, un incontro a sorpresa? …dobbiamo fare in modo di dargli qualcos’altro!
..Un susseguirsi di vicende che travolge il lettore e lo spinge verso la pagina successiva..
Per quei due avvicinarsi non sarà facile, ma ad aiutarli ci penseranno gli amici, la grande famiglia* del Blog di Benedetta e ..quella piccola libreria in fondo alla strada.
* Bambini che non resistono ai Marshmallow (https://youmedia.fanpage.it/video/UL3dsOSw7cBP3USS) ma tutti pronti a tuffarsi con IsaBella!
La famiglia del Blog di Benedetta? “A voi è dato di governare le leggi del mondo, perché se esiste una Via, la troverete, se non esiste, la immaginerete quel tanto che basta per trasformarla in realtà.”
Dedicato a… chi trova un valido motivo per alzarsi al mattino e se non c’è lo crea con l’immaginazione. A chi crede in sé e non dimentica di credere negli altri. A chi ascolta la propria voce interiore e la manifesta, oltre il brusio e il grigiore del mondo. Agli entusiasti, ai tenaci, ai caparbi e a chi non si arrende nonostante le prove. A chi tende la mano senza interessi e chi, nonostante le ingiustizie, è il primo a far bene e a cambiare le cose. “A voi è dato di governare le leggi del mondo, perché se esiste una Via, la troverete, se non esiste, la immaginerete quel tanto che basta per trasformarla in realtà. A voi, dedico un sogno, piccole parole, piccole cose”. Stephen Littleword Introduzione: “La felicita e nelle piccole cose: ogni nuovo giorno si apre alla felicita ed essa e alla portata di ciascuno di noi. Nel profondo esiste una Luce, sceglie di nascondersi tra le piccole cose di ogni giorno, un gesto presto dimenticato, un sorriso, una carezza.
Ti abbraccio e a presto
Fede
..Noi lo avevamo già intuito, dobbiamo aiutarli a prendersi per mano.
E’ in linea con quello che ti abbiamo già scritto nell’ultimo commento, ma se vanno avanti così i due pinguini non riescono a darsi nemmeno un timido bacio. Quei due possono nascondersi dietro a mille altri argomenti per evitare il loro primo appuntamento, ma la verità dei fatti è che sono davvero impediti in queste cose.
Benedetta ci travolge con le sue parole, ma dopo giorni di stress fra libri e studio, il fatto è che non si sono ancora incontrati e “l’evidenza di un amore non si può nascondere” nemmeno fra le righe di un blog o di un libro!
..dobbiamo fare in modo di dargli qualcos’altro?
Lo sapete vero che …quando i loro percorsi arriveranno a incrociarsi le conseguenze saranno imprevedibili!!
Smettetela di prendervi gioco di lei! Ragazze mettete la parola fine a questo folle viaggio. Ma ci siete o ci fate? Secondo me se andate avanti così succede come dice il vostro ex collega che Benedetta per la seconda volta ci scrive un finale che ci lascia con una sensazione d’amarezza, anche se alla fine si capisce che doveva andare così. In fondo lo dice anche il titolo del racconto “Basta crederci”, fatevene una ragione, per loro non esiste nessuna seconda possibilità, quindi smettetela di credere alle favole.
Ora esagero, e se Benedetta fa finire la storia con un finale tragico? Mi ricorda un film: https://it.wikipedia.org/wiki/Marguerite_(film)
“La signora canta piena di buone intenzioni per i propri ospiti, non rendendosi conto di quanto sia effettivamente stonata.
Marguerite ha sforzato troppo le sue corde vocali e viene ricoverata d’urgenza.
Durante la convalescenza la donna parla al medico del suo passato di grande artista internazionale, un passato che esiste solo nella sua mente, e lui decide di incidere una sua esibizione per aiutarla a comprendere la realtà. Il marito, inizialmente favorevole, all’ultimo momento cambia idea, ma arriva troppo tardi: riascoltando la sua voce, Marguerite, sconvolta e consapevole di essere stata presa in giro da tutti, viene colta da un infarto che la porta alla morte.”
Prima di salutarvi concludo invece io questo commento riprendendo una citazione del nostro amico Daniele che in questi giorni per errore invia messaggi e foto su WhatshApp a tutti: “Non c’è niente di male a condividere i nostri momenti privati, anche io lo faccio. Ma c’è un limite? Quand’è che tutto questo diventa troppo?”
L’ho ricevuto anch’io l’errore di Daniele, pensavo fosse in vacanza ma lui mi ha risposto: “no sono a casa non so ho mandato questa foto a molte persone”.
Paola per dare una risposta alla tua domanda sull’importanza dei social, forse dobbiamo girare il quesito all’esperta Benedetta. Forse per rispondere in modo completo ci vuole un trattato, ma posso dirti in poche righe che condivido questo pensiero:
“Non sono sicuro che i social network siano solo questo, la possibilità di creare, mantenere e ritrovare persone e relazioni non necessariamente si ferma al virtuale. Un mezzo acquista significato anche grazie all’utilizzo che se ne fa” https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/19/facebook-e-la-solitudine/990515/
Rispondo io al quesito …magari in una busta bianca?
Ho digitato un cuore rosso
L’ho ricevuta anch’io la foto di Daniele, il messaggio segreto che invia al tipo dell’iperspazio, che si è reso conto delle ragioni della confusione della signorina e che è arrivato fino a capirla, è quello di aprirle il suo cuore e parlare con lei lasciarsi andare e dimostrarle che tiene a lei!
❤ Questo Blog è per quelli come noi: ci mostra come si buttano interi meravigliosi weekend su internet !
Ho digitato un cuore e poi due cuori vicini, che palle non si vede.
Questo Blog, fa di più, ci interroga su quale sia il momento preciso della vita in cui finalmente si diventa grandi!
…In altre parole, ci fa conoscere tutte le più assurde bestialità della vita dei ‘giovani di oggi?
Sono nuova io ho capito solo che… “Sono trascorsi pochi giorni dal loro primo bacio..a Manhattan” e che in questo Blog si fanno le notti bianche per Isabella:
“ Sono Clara significa ti conosco già, e non è roba da poco; pensaci bene prima di dire che non c’è lo zampino del fato. Se vuoi, posiamo limitarci a banali convenevoli da cocktail e fingere che tutto questo esista solo nella tua testa, oppure possiamo mollare tutto, non badare a nessuno e, come bambini che costruiscono una minuscola tenda nel bel mezzo di un salone affollato la vigilia di Natale, entrare in un mondo raggiante di risate e premonizione, dove non esiste il pericolo, dove non c’è spazio per la vergogna, il dubbio o la paura, e dove si dice tutto per scherzo e per capriccio, perché le cose più solenni spesso si manifestano con sembianze di malizia e giovialità. Le tenni la mano un po’ più a lungo del dovuto, per farle capire che avevo ricevuto il messaggio (…)” Da: Notti bianche di André Aciman
Buonanotte
…E tu chi sei? Chi sei Mrs.Clara? Che mezzo hai preso per arrivare così in alto e così in fretta? Un altro nuovo arrivo misterioso nel Blog di Benedetta.
“«Sono Clara.» In apparenza, la più banale delle presentazioni; eppure per il giovane protagonista del romanzo, che la vigilia di Natale si trova catapultato quasi per sbaglio nel trambusto di una festa, circondato da illustri sconosciuti, è lo schiudersi improvviso e folgorante di un sogno, di una nuova prospettiva di vita. Clara è bella, colta, irriverente, e i due, banditi i convenevoli, ingaggiano fin dai primi istanti una serrata schermaglia amorosa, in cui si susseguono a un ritmo vertiginoso affondi, brusche ritirate e stoccate impietose e divertite sui presenti, presto confinati al ruolo di comparse. Insieme al desiderio, cresce la paura struggente che tutto, com’è cominciato, possa di colpo finire; ma l’incanto si rinnova sera dopo sera, in un percorso circolare che li conduce fin sulla soglia del nuovo anno. Una New York inedita, dai riflessi viola-argentei, notturna e invernale, è lo scenario complice di questo incanto, con le chiatte ormeggiate sull’Hudson su cui scorrono lenti i lastroni di ghiaccio; i parchi innevati e lo skyline di Manhattan a evocare un mondo fiabesco, carico di echi letterari. Tra passi falsi e vani tentativi di opporsi a un sentimento ineluttabile e a un prepotente desiderio di felicità, il lettore, incredulo e partecipe, rapito da una prosa ricca e sensuale, assiste in presa diretta al momento magico e irripetibile della nascita di un amore, alla costruzione paziente e minuziosa di un universo condiviso di parole, rituali e ricordi, intensi e talvolta dolorosi.” https://www.amazon.it/Notti-bianche-Andr%C3%A9-Aciman-ebook/dp/B0064BV13E
Sono io che ho raccontato le storie di IsaBella a Clara, forse ….ho sbagliato a mandarla ieri sera…. alla cena di Katy? E’ stata brava nel commento, ma era inevitabile è una che sogna l’amore, come la sottoscritta, una inguaribile romantica che nonostante le batoste della vita sente ancora di credere nell’amore, in qualsiasi forma esso si presenti.
Francesca non dire ….ho sbagliato a mandarla ieri sera, allora io, cosa dovrei dire?
…Io ho sbagliato più di te!
100 volte più di te, l’ho invitata alla festa di Carlotta.
Ma quale ‘ho sbagliato a mandarla ieri sera’ benvenuta nel gruppo Clara, ti prendono in giro. Per il resto, io lo dico da sempre, e il nuovo post “colpo di scena” lo conferma: “nonostante la sua serenità subisca dei pesanti contraccolpi, nulla impedisce a ‘Isabella’ di reagire e ricominciare a credere nelle favole”.*
*Da: Ho sbagliato principe azzurro Annacarla Cataldi
Come sempre, semplice ma profondo il nostro PAPERMAN, sembrano le parole di un amico che ti racconta i sui sbagli, facendoti aprire gli occhi su quello che stai facendo.
Benedetta che meraviglia!
Come hai scritto tra le righe, oggi puoi dirlo con certezza, la tua Isabella è resuscitata, si regge sulle proprie gambe, ragiona, ascolta.
Grande lezione di vita questo blog per farci capire che cos’è l’amore vero, quello che non prende, che non possiede (….)
Vado avanti? No? Allora mi fermo qui e non serve nemmeno che Nuvola vi dica che non tutti lo fanno.
Ma io sono convinta che sotto sotto la tua storia ci sia dell’altro. Come scrivono spesso le tue lettrici. Dobbiamo interpretare bene tutti i vari passaggi delle storie.
Ad es. prendiamo ed analizziamo il disegno. Immagino siano Isa e Ryan che contemplano un giardino. Sarà che sono curiosa, ma tu Benedetta devi precisare bene che fiori ci sono in quel giardino? Rose? Margherite? Tulipani? Papaveri?? E questi fiori, di che colore sono?
“Nel linguaggio dei fiori e delle piante il papavero come molti altri fiori può assumere diversi significati a seconda il colore dei suoi petali: il papavero dai petali bianchi simboleggia la sfortuna, il papavero dai petali gialli rappresenta il successo, il papavero dai petali rosa la serenità, il papavero dai petali rossi rappresenta il sonno e l’oblio, nonché l’orgoglio sopito. ecc.ecc… “*
*http://ilgiardinodeltempo.altervista.org/papavero-miti-storia-e-linguaggio-dei-fiori/
PS la nota*per rifornirti di ..un aiutino per interpretare l’ultimo scarabocchio che ti ha inviato Carlotta.
…Nuvola guarda bene il disegno, non sono fiori stilizzati, Benedetta ha inserito i gelsomini, i piccoli fiori bianchi stellati delle siepi profumate.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante il gelsomino ha diversi significati, per esempio in Spagna simboleggia la sensualità, nei paesi arabi simboleggia l’amore divino mentre in Italia significa buona fortuna nel matrimonio. Inoltre il gelsomino può avere significati diversi anche a seconda del colore del fiore, il gelsomino bianco esprime il sentimento dell’amabilità e del candore d’animo.
Storia – Il primo ad averne alcuni esemplari nel suo giardino fu Cosimo I de’ Medici, in quale, si narra che si innamorò talmente tanto del candido fiore profumato che, decise di voler esserne il possessore esclusivo, proibendo a tutti i suoi giardinieri di portar via dal suo giardino persino i ramoscelli recisi. Tale ordine fu eseguito per molti anni, fin quando un giovane giardiniere volle regalarne un rametto profumato alla sua fidanzata, nel giorno del suo onomastico. La giovane apprezzò moltissimo il dono e per tentare di preservarlo il più a lungo possibile interrò il rametto nel suo orto. Con suo grande stupore il rametto non si avvizzì e rimase verde germogliando e rifiorendo la primavera seguente. La ragazza continuò a curare la pianta che così divenne forte e robusta, tanto da consentirne la riproduzione.
La gente osservando la splendida pianta iniziò a richiederla alla ragazza, facendo la fortuna sua e del suo sposo. La storia vuole che dal quel rametto di gelsomino, trafugato dalla residenza dei Medici, nacquero quasi tutte le piante di gelsomino presenti in Italia. Da allora in Toscana la tradizione vuole che le spose aggiungano un rametto di gelsomino al bouquet di nozze, in memoria della fortuna della ragazza vissuta al tempo dei Medici e come segno di buona fortuna e prosperità. http://ilgiardinodeltempo.altervista.org/gelsomino-storia-leggende-e-linguaggio-dei-fiori/
http://floweringarden.us/fiori-piccoli-bianchi-2/siepi-profumate-siepi-caratteristiche-delle-siepi-profumate-fiori-piccoli-bianchi/
https://mynurserygarden.com/2017/05/20/fiori-stellati/
Ragazze non esagerate, troppi fiori, troppi commenti, così
…..ci sono troppi punti di vista nella narrazione e mi è capitato di perdermi Sara
PS. Quel che è certo è che fra i due …tutto inizia con un poster.
…chi è il personaggio famoso che ha persola testa per lei? La mia amica Kate ha appena acquistato il libro di Benedetta e mi ha scritto che leggere questa scrittrice è un’esperienza emozionante-superiore.
PS. Confermo la tua sensazione, anche secondo me fra i due il tutto è andato a segno con un bacio.
Anto forse bisogna guardare nella sfera di cristallo per capire chi è il personaggio famoso?
Qui nel gruppo l’unico uomo famoso è il nostro cialtrone PAPERMAN. Famoso? Famoso non direi, però posso dirti che è irresistibile, quando s’impegna vola davvero alto, ha una fantasia fuori dal comune. Con l’ultimo volo ha fatto una strage, ti dico solo che personalizza i suoi voli così tutte le bimbette ridono a crepapelle e poi cadono ai suoi piedi.
Signorina sulla mia persona si raccontano ogni genere di frottole e circolano innumerevoli favole ben congegnate.
A proposito di voli invece, mi chieda piuttosto come ho fatto a concepire una cosa simile?
“Deriva dal pensiero più felice della mia vita: se una persona cade liberamente nel vuoto non avverte il proprio peso. Ma di conseguenza con un razzo si potrebbe simulare una forza di gravità, diviene quindi impossibile distinguere fra un sistema inerziale e uno accelerato e questo mi rese necessario lavorare a una nuova teoria, visto che quella ristretta (da cui il nome) accorda un privilegio agli inerziali.”*
*Da: http://www.ctrlmagazine.it/intervista-albert-einstein/
Intervista a Albert Einstein – come mai nessuno lo capisce e tutti lo amano? a cura di Alessandro Monaci illustrazione di Davide Baroni